Jane Eyre: un classico intramontabile

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È uno dei miei romanzi preferiti, se non il mio preferito. Ho approfondito molto lo studio delle sorelle Bronte, e in particolare di questo romanzo quando ero all’università, perché non esiste programma di letteratura inglese che non preveda lo studio di questo capolavoro dell’800. E molto è stato scritto anche nei testi critici e sono stati pubblicati diversi saggi in tutte le parti del mondo. Per non parlare delle riproduzioni sul piccolo e grande schermo. La cosa che più mi è piaciuta di questo romanzo, oltre ovviamente alla storia che è spettacolare, è la possibilità di collegamento che c’è tra Jane Eyre e un romanzo pubblicato nel 1966 dalla scrittrice di origini caraibiche Jean Rhys. Il romanzo in questione è Il grande Mare dei Sargassi (Wide Sargasso Sea) che ripercorre la vita di Bertha dal suo punto di vista, la moglie pazza di Mr Rochester di Jane Eyre. Jean Rhys, della letteratura postcoloniale, ha voluto difendere i Caraibi e la cultura diversa che non per questo deve esser vista male dagli occidentali, che consideravano pazzi e strani coloro che venivano da lì. In questo caso è una critica agli inglesi dalle perfette maniere, e stiamo parlando del periodo vittoriano, conosciuto appunto per il decoro e le buone maniere nella società. Jean Rhys pone così una critica alla bravissima Charlotte Bronte e una difesa del mondo marginale e sconosciuto dei Caraibi. Parlerò però di questo romanzo un’altra volta.

Sul romanzo

Quando Jane Eyre venne pubblicato nel 1847 fu subito un successo popolare e critico. George Lewes, un famoso critico letterario dell’età vittoriana, lo dichiarò subito “il migliore romanzo del suo tempo”. Ricevette comunque anche delle critiche. In un famoso attacco nel Quarterly Review del dicembre del 1848, Elizabeth Rigby definì Jane la “personificazione di uno spirito indisciplinato e non rigenerato” e il romanzo lo definì “anticristiano”. La critica di Rigby si riferisce sicuramente alla ribellione di Jane, al suo voler essere indipendente sia economicamente che sentimentalmente dagli uomini. Una sorta di femminismo anticipato. Non dimentichiamoci che siamo in piena età vittoriana e la ribellione, specialmente quella femminile, era malvista, la donna doveva avere decoro, pensare alla famiglia e ai mestieri di casa, al ricamo e alle arti femminili, parlare poco e avere una profonda fede, ma più che altro mostrarsi remissiva e sottomessa. Jane rappresenta una critica alle istituzioni della società, al bigottismo del suo tempo, all’educazione nei collegi religiosi, alla cattiveria e alla prepotenza dei più forti e soprattutto delle autorità religiose (evangeliche nel suo caso).

Il romanzo chiede al lettore di porsi queste domande:

  1. Cosa rappresenta la donna nella società?

  2. Qual è la relazione tra l’Inghilterra e le altre colonie?

  3. Quanto è importante l’arte nella vita umana?

  4. Qual è la relazione tra fantasia e realtà?

  5. E soprattutto, quali sono le basi di un vero matrimonio?

Benché il romanzo ponga tutte queste domane, non offre nessuna risposta didattica alle stesse. I lettori possono rispondersi da soli, basandosi sulle loro uniche e personali analisi. La multidimensionalità fa di Jane Eyre un romanzo per tutti i tipi di lettori.

Riassunto

La storia comincia quando Jane ha 10 anni, è orfana e vive con i suoi crudeli cugini e sua zia a Gateshead. La sua unica salvezza dalle umiliazioni quotidiane, come quella di essere chiusa a chiave nella stanza rossa (dove pensa di vedere il fantasma del suo amato zio che le voleva invece molto bene), è Bessie, l’inserviente gentile. In seguito la povera Jane viene mandata in collegio, perché sua zia e i suoi cugini non vogliono più saperne di lei, nonostante la zia avesse promesso al marito in punto di morte, di volerle bene e trattarla come una figlia. Jane viene quindi spedita a Lowood, ma lì, sotto l’evangelismo ipocrita del direttore Mr. Brocklehurst, soffre di ulteriori privazioni in un ambiente austero. Fa amicizia con Helen Burns, che porta avanti una dottrina di perdono cristiano e tolleranza, ed è presa sotto la protezione della sovraintendente Miss Temple. Lo scoppio del tifo allerta la scuola, Mr. Brocklehurst è rimpiazzato e Jane eccelle negli studi per sei anni e come insegnante per altri due.

Jane cresce e trova lavoro come governante nella tenuta di Thornfield, dove dovrà essere istitutrice di una giovane ragazzina francese di nome Adèle. Dopo molta attesa e vita a Thornfield torna a casa Edward Rochester e Jane conosce finalmente il suo datore di lavoro, un uomo distaccato e silenzioso che sembra avere un oscuro passato. Altre stravaganze a Thornfield includono le occasionali risate demoniache che Jane sente del cuore della notte dall’altra ala del castello. Rochester le attribuisce sempre a Grace Poole, la sarta che lavora lì, ma Jane non ne è pienamente convinta e un incendio che ha dovuto spegnere nella stanza di Mr. Rochester, salvandolo, una notte ha finito di metterle dubbi.

Nel frattempo Jane inizia a provare attrazione per Rochester, non basata sull’aspetto fisico, perché entrambi considerati scialbi, ma intellettuale. Comunque la bellezza e la classe sociale più elevata portano Miss Ingram ad essere la scelta di Rochester. Una vecchia conoscenza di Rochester, Richard Mason, visita Thornfield ed p stato gravemente ferito, apparentemente da Grace, nel mezzo della notte. Jane lo aiuta e Rochester le conseffa di aver fatto un errore in passato, che spera di risolvere sposando Miss Ingram. Le dice anche di averle trovato un’altra sistemazione di lavoro per quando si sarà sposato, e che Adéle sarebbe andata in collegio.

Jane ritorna a Gateshead perchè richiamata dalla perfida zia ormai sul letto di morte, che le chiede perdono per averle nascosto delle lettere di un suo zio ricchissimo che abitava in Spagna e che la voleva adottare, e invece lei l’ha mandata in collegio facendole patire le pene dell’inferno. Ovviamente la buona e comprensiva Jane la perdona. Quando torna a Thornfield Rochester le dice di sapere che Miss Ingram gli sta dietro per denaro, e le chiede di sposarlo. Jane accetta ma un mese dopo Mason e un avvocato, Mr. Briggs, interrompono la cerimonia rivelando che in realtà Mr. Rochester è già sposato con Bertha, sorella di Mason, una pazza tenuta in soffitta a Thornfield. Rochester confessa. Quando era giovane ha sposato Bertha per soldi, ma non era a conoscenza della lunga discendenza di pazzia in famiglia e così divenne pericolosa e incorreggibile e la chiuse in soffitta per cercare di risolvere il problema. A causa di questo Jane, nonostante lo ami, sa di non poterlo sposare per colpa del precedente matrimonio e cosi lascia Thornfield.

Jane arriva al desolato incrocio di Whitcross ed è ridotta ad elemosinare cibo. Fortunatamente incontra i Rivers, St. John, Diana e Mary, che la prendono nella loro casa a Moor House. Lei si affeziona molto alle ragazza mentre loro fratello molto religioso St. John è difficile da avvicinare. Lui insegna in una scuola. Jan
e apprende di av
er ereditato una grande fortuna da suo zio di Maideira (lo stesso di cui le aveva parlato sua zia in punto di morte) e apprende anche che i Rivers sono suoi cugini. Decide cosi generosamente di dividere il suo patrimonio con loro, che sono la sua famiglia.

St. John sta per partire per recarsi in missione evangelica in India e chiede a Jane se vuole sposarlo per servire Dio insieme, ma lei rifiuta perché non lo ama. Invece pensa continuamente a Mr. Rochester e un giorno, dopo aver sentito dentro di lei la voce di lui che la chiamava, decide di tornare a Thornfield. Quando arriva scopre che la tenuta è stata incendiata da Bertha, che è morta nell’incendio, e che Rochester, nel tentativo di salvarla, siera ferito nell’incidente ed era rimasto cieco. Rochester è felicissimo e non riesce a crederci quando la tocca. Si sposano e vivono felici e contenti e con il tempo lui recupera la vista ad un occhio. Diana e Mary si sposano e St. John continua la sua opera di evangelizzazione in India da celibe.

Tematiche

Il bisogno di amore in contrasto con il bisogno di indipendenza

La questione principale in Jane Eyre è la sua costante ricerca dell’amore, ma questa ricerca p contrastata dal suo bisogno d’indipendenza. Jane comincia il romanzo come un’orfana non amata ma acquisisce stima di se stessa grazie alla figura materna di Miss Temple e il suo stesso successo a Lowood come insegnante nell’età adulta. Quando Rochester, vedendo in Jane il suo corrispondente intellettuale, le chiede di sposarlo, alla fine lei rifiuta, pensando che il loro matrimonio basato su differenze sociali possa compromettere la sua autonomia. Allo stesso modo Jane rifiuta la proposta di matrimonio di St. John, che sarebbe un matrimonio di dovere e non di passione. Solo quando acquisisce sicurezza economica torna da Rochester, che ora a causa della sua cecità dipende da lei. Con il matrimonio adesso Jane si sente completamente liberata avendo amore e indipendenza insieme.

La ricerca della religione

Jane riceve tre modelli diversi di cristianità attraverso il romanzo, ognuno dei quali lei rigetta parzialmente o interamente. L’Evangelicalismo ipocrita di Brocklehurst che predica umilià e conduce una vita di lussuria abusando degli studenti a Lowood. Poi conosce il cristianesimo di tolleranza e perdono della sua amica Helen Burns che subisce punizioni senza ribellarsi. St. John dall’altra parte, che pratica il cristianesimo rigido e preciso escludendo ogni passione dalla sua vita. Anche se rigetta questi atteggiamenti, Jane crede in Dio, sa perdonare ed è generosa. Il momento di massima spiritualità del romanzo è quando sente la voce di Rochester che la chiama e cede alle proprie passioni e al suo amore rifiutando la ragione.

Le barriere sociali

Attraverso Jane Eyre Bronte critica la differenza sociale del periodo vittoriano. Jane è povera e si trova in un ambiente ricco, in particolat modo dai Reed e a Thornfield. La sua povertà le crea numerosi problemi inclusa una bassa stima di se stessa e la negazione dele opportunità. La bellezza e ricchezza di Miss Ingram ad esempio, la rendono la sua più grande rivale. In ogni modo lei guadagna ricchezza ed essendo generosa di, divide la sua fortuna con i cugini natura.

Le barriere sessuali

Oltre alla critica di Bronte delle classi sociali, c’è anche la critica alla differenza tra uomo e donna nella società. Il romanzo comincia con l’imprigionamento di Jane nella stanza rossa a Gateshead e più tardi co l’imprigionamento di Bertha nella tenuta di Thornfield. Il collegamento implica che l’imprigionamento di Jane è simbolico e riguarda la sua bassa classe sociale, mentre quello di Bertha simboleggia l’imprigionamento nel matrimonio delle donne nell’età vittoriana. Se loro si fossero sposati in circostanze di disuguaglianza sociale come fece Bertha, sarebbe finita con la pazzia e la sua reclusione. Mentre è difficile separare gli ostacoli economici e sessuali di Jane, sembra chiaro che il suo essere donna le precludono il suo avventurarsi nel mondo come fanno i personaggi maschili del romanzo, da Rochester, a suo zio John e infine a St. John. Infatti il suo desiderio di conoscere il mondo è ironizzato nel suo cognome, Eyre deriva dall’antico francese e vuol dire viaggiare.

Fuoco e ghiaccio

I motive del fuoco e del ghiaccio ripercorrono il romanzo dall’inizio alla fine. Il fuoco è visto positivo, creativo, mentre il ghiaccio è distruttivo e negativo. I personaggi negativi, come Mrs Reed e St. John sono associati al ghiaccio, mentre i personaggi più amorevoli, come Miss Temple, e persivo Rochester sono connessi con il fuoco. Il fuoco è positivo persino nella distruzione, come nella scena in cui Bertha appicca l’incendio e alla fine ci si libera della sua pazzia perché muore, e tutti possono vivere una vita felice.

Elementi gotici

Jane Eyre è pieno di elementi gotici tipici di fine 700 e inizio 800 nei romanzi del tempo. Questi includono i misteri (il passato di Rochester), la suspense (Rochester), l’atmosfera di fantasmi (Jane pensa di vedere il fantasma dello zio ), l’ambiente del castello (Thornfield), l’amore travolgente.

Madri sostitutive

Dopo la mancanza di amore da parte della zia, la signora Reed, Jane trova un surrogato materno in tutto il romanzo. Bessie, Miss Temple e infine la signora Fairfax si curano di Jane e le danno amore, solo la sua guida. Lei ricambia il favore prendendosi cura della giovane Adèle e dei studenti della scuola dove insegna insieme a St. John.

Film e serie TV ispirate dal romanzo Jane Eyre

 

 

Scene dal film di Zeffirelli

Jane Eyre da piccola punita quando si trovava al collegio evangelico

Jane Eyre con Mr Rochester

Jane Eyre e Mr Rochester interrotti al loro matrimonio

La bravissima attrice Charlotte Gainsbourg che ha interpretato magnificamente il ruolo di Jane Eyre nel film di Zeffirelli

4 Replies to “Jane Eyre: un classico intramontabile”

  1. A volte penso che mi sarebbe piaciuto nascere e vivere in quei tempi… sì lo so, le donne non avevano parità di diritti ma penso che c’era più moralità e più valore per la famiglia. Le donne del tempo erano davvero da considerasri FORTI, avevano tanta pazienza e sopportazione… e fede. L’atmosfera dei paesaggi, dei costumi, del linguaggio, … Visualizza altroriportati dal film e dal romanzo sono surreali al giorno d’oggi. La mia eroina è Jane, donna di sani principi, generosa e intelligente, che non si è abbassata a sposarsi per denaro, come si usava al tempo, che ha scelto l’amore non rinunciando però al suo lavoro e alla sua indipendenza!

  2. Le critiche sono ben accette solo se costruttive. La tua non menziona nemmeno cosa non vada nello scritto. Ho preso 30 a questo esame e mi è piaciuto molto approfondirlo con lo studio. In questa sede l’articolo non voleva essere un trattato di critica letteraria dettagliato su Jane Eyre, bensì una sintesi globale di ausilio agli studenti che passano di qui e che devono sostenere lo stesso esame. (Infatti questa è la pagina piu visitata del blog). Peccato tu non l’abbia capito!Il film di Zeffirelli è spettacolare, che non ti sia piaciuto è una tua opinione, del tutto rispettabile.Poi faresti bene a firmarti con nome e cognome cosi sapremmo tutti che grande letterato/a esperto/a sei!

  3. Quanto è stato scritto sul romanzo è approssimato,inadeguato,privo di attenzione. Chi scrive forse non l’ha letto bene.Ci sono degli schematismi grossolani,un guardare dal buco della chiave per ampiezza visuale. Quanto al film di Zeffirelli,,,una ferita in più alle numerose inferte al bel romanzo.

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