La poesia di William Blake

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by Thomas Phillips, oil on canvas, 1807
by Thomas Phillips, oil on canvas, 1807

William Blake nasce nel 1757 a Londra, dove trascorre la maggior parte della sua vita. Non frequenta la scuola, ma viene educato a casa dalla madre Catherine. A partire dal 1767 studia presso la scuola di disegno di Henry Pars e all’età di quattordici anni comincia un periodo di apprendistato come incisore presso l’artista James Basire.

Dopo un periodo di studi alla Royal Academy, comincia a lavorare come pittore ed incisore per alcune riviste. Nel 1783 sposa Catherine Bouclrer, donna da lui molto amata ma dalla quale non avrà figli. A questo periodo risale la prima raccolta di poesie, Poetical Sketches (1783), seguita da Songs of Innocence (1789), ampliato e ripubblicato cinque anni dopo con il titolo di Songs of Innocence and Experience. Assieme al fratello Robert decide di aprire una tipografia. Il progetto non andrà tuttavia a buon fine, anche per la morte di Robert. In questo periodo Blake frequenta la casa dell’editore Johnson, nella quale ha la possibilità di entrare in contatto con artisti, filosofi e scrittori celebri (ad esempio Henry Fuseli, Richard Price e William Godwin).

A partire dal 1788, Blake sperimenta l’incisione a rilievo e in particolare l’acquereIlo a rilievo, tecnica che utilizzerà anche in alcune pubblicazioni come Songs of Innocence and Experience e The Marriage of Heaven and Hell (1790), nelle quali fonde testo e illustrazione. Nonostante l’unicità di queste opere, Blake non divenne mai famoso: solo dopo la sua morte, infatti, le sue opere, sia artistiche che letterarie, ottennero un rilevante successo di pubblico. All’ultimo periodo appartengono i cosiddetti «prophetic books» (tra cui America: A Prophecy, del 1793 e Milton, redatto tra il 1803 e il 1808). Blake muore nel 1827, anno in cui comincia a lavorare alle illustrazioni dell’Inferno di Dante: alla moglie, che gli stava accanto, disse «you have ever been an angel to me››.

Profilo letterario

Assieme a Thomas Chatterton (1752-1770) e Robert Burns (1759-1796), Blake è sicuramente una delle figure più rilevanti del Pre-romanticismo inglese, oltre che un chiaro precursore dei temi di fondo della corrente romantica.

Sul piano ideologico – in ragione delle sue posizioni politiche apertamente radicali – Blake è costretto per tutta la vita a subire costanti processi di isolamento: pagherà personalmente le conseguenze del suo atteggiamento di dura denuncia sociale nei confronti dello sfruttamento minorile, i suoi insistenti attacchi all’istituzione monarchica e alla Chiesa anglicana e infine il suo appoggio alle grandi rivoluzioni politiche dell’epoca, quella francese e quella americana.

Sul piano poetico, la sua personalità fortemente eccentrica si traduce nelle sue opere, sfruttando una notevole forza immaginativa, molto spesso di matrice mistico-visionaria.

Le caratteristiche centrali che segnano i tratti di fondo della sua ispirazione sono essenzialmente:

  • il rifiuto del processo di industrializzazione, che va aumentando significativamente nell’Inghilterra dell’epoca, e di cui Blake non si stancherà di contestare gli effetti negativi sul piano sociale ed esistenziale;
  • il rifiuto della ragione e della scienza, viste come dimensioni riduttive che limitano il soggetto alla sfera sensoriale precludendogli la percezione di un soprasensibile (cioè l’elemento divino, mistico o metafisico) interpretato come fonte di autentica conoscenza;
  • il rifiuto della società in genere, intesa come astratto insieme di regole e convenzioni che limita la libertà: la società genera da un lato insoddisfazione, nella misura in cui sopprime negli uomini il tratto poetico-immaginativo; dall’altro corruzione e oppressione, nella misura in cui sacrifica vite innocenti al potere politico.

L’immaginazione

L’elemento-chiave dello stile visionario di Blake è proprio l’immaginazione. Essa può essere definita come la facoltà che consente all’individuo di penetrare in profondità nella realtà delle cose, entrando in contatto con l’elemento divino e, più in generale, con i prodotti della creazione. In sostanziale analogia a quanto Coleridge e Wordsworth affermeranno più tardi, l’immaginazione in Blake funziona come modalità di oltrepassamento della mera apparenza sensibile e dell’effettività materiale. Essa non appartiene a tutti ma è patrimonio spirituale solo di chi, come il poeta o il fanciullo (il tema dell’infanzia tornerà anche in Wordsworth), vive in uno stato di «innocence››.

Il simbolismo

Lo stile di Blake è duplicemente connotato: da un lato mostra un forte richiamo alla necessità di esprimersi in un linguaggio semplice e chiaro; dall’altro in esso è evidente la presenza di un complesso simbolismo poetico. Si tratta tuttavia di elementi non contraddittori: la comprensibilità del linguaggio utilizza infatti una molteplicità di simboli ed immagini funzionali a catturare quasi magneticamente l°attenzione del lettore. Ne consegue la scelta di una poesia piuttosto semplice sotto il profilo sintattico-lessicale, ma assai densa sul piano figurato, con notevole proliferazione di immagini il cui significato -in apparenza lineare – appare spesso stratificato e fortemente allegorico. Blake filtra questa visione del mondo in una sorta di filosofia dei contrari: i simboli presenti nelle sue opere appartengono a universi contrapposti, a giochi di polarità costantemente in lotta (libertà/oppressione, spirito/corpo, realtà/fantasia, innocenza originaria/esperienza vissuta). Si tratta di un°opposizione dialettica in cui gli elementi di dissidio coesistono in uno stato di equilibrio di fondo. In questa prospettiva, la sola possibile rappresentazione del mondo è in Blake proprio la pacificazione dei contrasti o, in altri termini, l”immagine di una contraddizione inconciliabile che tuttavia mira alla risoluzione (le due figure simboliche più incisive di questa dimensione sono certamente quella dell’agnello in Songs of Innocence e quella della tigre in Songs of Experience).

La Bibbia

Le Sacre Scritture hanno profondamente influenzato lo stile di Blake. La Bibbia costituisce nella sua opera una sorta di inner light, di luce interiore: Blake si è per certi versi sempre considerato essenzialmente un profeta e un visionario. Il suo stesso simbolismo non può essere compreso appieno se non alla luce di una approfondita conoscenza dei testi biblici: il mondo stesso – come la Bibbia – è in Blake – libro di Dio. Il bambino, l’agnello, la tigre e altre immagini sono pertanto puri simboli di una realtà sovrannaturale.

 

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