Lo studio linguistico delle lingue non occidentali

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Le indagini e gli studi linguistici, in quanto è noto, hanno continuato solo in un piccolo numero di società non occidentali. Gli studi sulle lingue mesopotamiche, cinesi, e arabe, trattano più che altro la grammatica, e non le particolarità linguistiche cosicché non hanno avuto praticamente alcun impatto sulla tradizione linguistica occidentale. Lo studio del cinese si estende, a livello filologico su un arco lungo più di due millenni, ma l’interesse di quegli studiosi si è concentrato in gran parte sulla fonetica, la scrittura e la lessicografia, e la loro considerazione dei problemi grammaticali era legata allo studio della logica.

Sicuramente la più interessante tradizione grammaticale non occidentale, la più originale e indipendente, è quella dell’India, che risale ad almeno due millenni e mezzo fa e che culmina con la grammatica di Panini, del V secolo a.C. Ci sono tre modi principali in cui la tradizione sanscrita ha avuto un impatto sulla moderna cultura linguistica. Appena il sanscrito divenne noto al mondo occidentale, nel 1800, si posero le basi per la nascita della filologia comparata e la linguistica storica. Ma il sanscrito era semplicemente una parte dei dati; apprendimento grammaticale dell’indiano non giocò alcun ruolo diretto. Gli studiosi del XIX secolo, tuttavia, riconobbero che la tradizione locale della fonetica nell’antica India era di gran lunga superiore alla conoscenza occidentale, e questo  ebbe conseguenze importanti per la crescita della fonetica in Occidente. In terzo luogo, vi è nelle regole o definizioni (sutra) di Panini un’esposizione molto sottile e penetrante della grammatica sanscrita. La costruzione di frasi e nomi composti è spiegata attraverso regole ordinate operanti su strutture sottostanti in modo sorprendentemente simile in parte alla modalità della teoria contemporanea. Come si può immaginare, questo percettivo lavoro grammaticale indiano ha avuto un grande fascino per i linguisti teorici del XX secolo. Uno studio indiano sulla logica, in relazione alla grammatica Pāniniana insieme a quella aristotelica occidentale, potrebbe portare intuizioni illuminanti.

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