Il Corso di Linguistica Generale di De Saussure

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Il Corso di Linguistica generale di Ferdinand de Saussure (Cours de linguistique générale) 1916) è un riassunto delle sue lezioni presso l’Università di Ginevra dal 1906 al 1911. Saussure esamina la relazione tra la parola e l’evoluzione del linguaggio, e indaga sulla lingua come sistema strutturato di segni.

Il testo include un’introduzione alla storia e all’oggetto della linguistica, un’appendice dal titolo “Principi di fonologia” e cinque sezioni principali, dal titolo:

  • Parte prima: Principi generali
  • Parte seconda: Linguistica Sincronica
  • Parte terza: Linguistica Diacronica
  • Parte quarta: Linguistica Geografica
  • Parte quinta: riguardante la Linguistica Retrospettiva

Saussure definisce la linguistica come lo studio del linguaggio, e come lo studio delle manifestazioni del linguaggio umano. Egli dice che la linguistica si occupa anche la storia delle lingue, e con le influenze sociali e culturali che modellano lo sviluppo del linguaggio.

La linguistica include campi di studio come ad esempio la fonologia (Lo studio dei suoni della lingua), la fonetica (Lo studio della produzione e percezione dei suoni del linguaggio), la morfologia (Lo studio della formazione delle parole e la loro struttura), la sintassi (Lo studio della grammatica e della struttura della frase), la semantica (Lo studio del significato), la pragmatica (Lo studio delle finalità e degli effetti degli usi della lingua), e l’acquisizione del linguaggio.

De Saussure fa distinzione tra lingua (langue) che è oggettivo e l’attività del parlare (parole) che è individuale. Il parlare è un’attività che interessa la singola persona che produce la parole (irripetibile e che riguarda il singolo) e la langue che è la manifestazione sociale della parola oggettiva vera e propria usata dalla comunità linguistica. La lingua è un sistema di segni che si sviluppa dall’insieme delle parole dei singoli.

La lingua è il legame tra pensiero e suono, ed è il mezzo in cui il pensiero che viene espresso sotto forma di suono. I pensieri devono diventare ordinati (mentre nella mente sono disordinati), ed i suoni devono essere articolati, e questo vale per ogni lingua. Per De Saussure la lingua è davvero il confine tra pensiero e suono, dove il pensiero e il suono si combinano per attivare la comunicazione.

Il linguaggio parlato comprende la comunicazione di concetti per mezzo di suoni-immagini dal diffusore a chi ascolta. Il linguaggio è un prodotto della comunicazione di chi parla che dà indicazioni all’ ascoltatore. Un segno linguistico è la combinazione di un concetto e di una immagine sonora o grafica. Il concetto è il significato di quella parola, e l’immagine-suono è il significante. La combinazione di significante e significato è arbitraria, cioè, ogni immagine di suono può concettualmente essere usato per indicare un particolare concetto e non c’è nessun legame tra una parola e un concetto Un segno può essere alterato da un cambiamento di rapporto tra il significante e il significato. Secondo Saussure, i cambiamenti nei segni linguistici hanno origine nei mutamenti sociali nel tempo. I segni linguistici sono per natura lineari, perché rappresentano un arco in una sola dimensione. significanti uditivi sono lineari, perché si susseguono o formare una catena. significanti visiva, invece, possono essere raggruppati simultaneamente in diverse dimensioni.

La relazione tra i segni linguistici può essere: sintagmatica (lineare, sequenziale, o consecutiva), o associativa (sostitutiva, o indeterminata).

De Saussure definisce la semiologia come studio dei segni/simboli non verbali, e afferma che la linguistica è una parte della semiologia. Egli sostiene che la lingua scritta esiste con lo scopo di rappresentare la lingua parlata, quindi il parlato è di gran lunga superiore allo scritto, in quanto viene usato più spesso ed è nato prima. La scrittura è nata soltanto dopo. Una parola scritta è l’immagine di un segno vocale.

De Saussure sostiene che il linguaggio è un sistema strutturato di segni arbitrari (arbitrarietà del segno linguistico). D’altra parte, i simboli non sono arbitrari in quanto sono immagini o disegni che rappresentano davvero un concetto, mentre la parola grafica è arbitraria. Un simbolo può essere un significante, ma a differenza di un segno, un simbolo non è mai completamente arbitrario. Un simbolo ha un rapporto razionale con ciò che è il significato.

I segni linguistici possono, in varia misura, essere mutevoli o immutabili. I deterrenti del cambiamento linguistico sono: il carattere arbitrario dei segni, la molteplicità dei segni necessari per formare un linguaggio, e la complessità della struttura del linguaggio. Fattori che promuovono il cambiamento in lingua comprendono: la variazione individuale nell’uso della lingua e la misura in cui il linguaggio può essere influenzato dalle forze sociali.

De Saussure fa distinzione tra linguistica sincronica (Statica) e la linguistica diacronica (Evolutiva). La linguistica sincronica consiste nello studio della lingua o di più lingue in un particolare momento della storia e la poniamo sull’asse cartesiano orizzontale, mentre la linguistica diacronica è lo studio della lingua nel corso della storia e la poniamo sull’asse cartesiano verticale, quello del tempo. Il cambiamento diacronico trae la sua origine nell’attività sociale del discorso. Si verificano, infatti, dei cambiamenti nel modo di parlare individuale prima che questi cambiamenti linguistici vengano accettati come parte del linguaggio comune. Parlare è un’attività che coinvolge la comunicazione orale e uditiva tra gli individui. Il linguaggio è l’insieme di regole con cui gli individui sono in grado di comprendersi l’un l’altro.

De Saussure sostiene che senza il collaudo in linguaggio parlato la lingua scritta non esiste, ed è quest’ultima che dipende dal parlato, è il parlato che cambia nel tempo e la lingua scritta di adatta al parlato.

L’indagine di Saussure sulla linguistica strutturale ci dà una presentazione chiara e concisa del fatto che il linguaggio può essere descritto in termini di unità strutturali. Egli spiega che questo aspetto strutturale della lingua rappresenta anche un sistema di valori. Il valore linguistico può essere visto come una qualità del significato, del significante, o del segno completo. Il valore linguistico di una parola (significante) proviene dalla sua proprietà in relazione ad un concetto (il significato). Il valore del significato deriva dalla sua relazione con altri concetti. Il valore del segno completo deriva dal modo in cui si uniscono il significante e il significato.

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