Il Basso Medioevo in Italia
Il Duecento è il secolo della fioritura della civiltà comunale italiana, diffusa soprattutto nel nord e nel centro della Penisola. Aspri scontri armati vedono contrapporsi i Comuni che appoggiano il Papato (Guelfi) e quelli legati all’impero (Ghibellini). Nel sud Italia continua invece il dominio dei regni stranieri, capeggiati dalla dinastia sveva (nel primo Duecento) e da quella angioina (dal 1266).
Panorama storico, politico e sociale
il Duecento è il periodo di maggior splendore o potenza del Comuni italiani. Accanto a quelli dell’area padana, emergono quelli “marinari” come Genova, Pisa, Venezia e Amalfi che conquistano posizioni di rilievo strategico nei commerci marittimi nel Mediterraneo. Continua Io scontro fra Papato e impero; tuttavia l’ago della bilancia, almeno nella Penisola, sembra sempre più orientato verso il successo della Chiesa di Roma.
1210 Innocenzo III riconosce oralmente la Prima Regola francescana.
1216 San Domenico di Guzman fonda l’Ordine del Predicatori (Domenicani) per difendere il Cattolicesimo dalle eresie.
1224 Federico II fonda l’Università dl Napoli, la prima università di Stato europea.
1257 A Parigi viene fondata l’Università della Sorbona.
1260 Battaglia di Montaperti tra i Guelfi di Firenze e i Ghibellini di Pisa e Siena che vincendo si assicurano per breve tempo il predominio sull’intera Toscana. A Perugia sorge la confraternita laica del Flagellanti o “Disciplinati’.
1268 A Taghacozzo Carlo d’Angiò sconfigge e fa decapitare Corradino di Svevia, l’ultimo esponente della dinastia degli Svevi. Napoli diviene la sede della corona angioina.
1282 Vespri siciliani: la città di Palermo si ribella al dominio degli Angioini. Al termine della rivolta la Sicilia passa sotto il dominio aragonese (1302).
1293 A Firenze vengono emanati gli Ordinamenti dl Giustizia di Giano della Bella: i nobili e i non iscritti alle Arti o alle Corporazioni sono esclusi dal governo cittadino.
Malgrado il diffuso frazionamento, l’instabilità politica e le continue guerre, il Duecento è un secolo di notevole espansione economica e demografica: i mercanti italiani del centro-nord conquistano una posizione egemonica in ambito continentale e sono protagonisti assoluti dei traffici commerciali terrestri e marittimi (anche con l’Oriente), della produzione tessile e artigianale e della scena finanziaria europea (le imprese bancarie, le lettere di cambio e le assicurazioni nascono per iniziativa di mercanti-banchieri italiani).
Dal punto dl vista sociale, l’affermazione e l’espansione dei Comuni nel centro-nord favoriscono l’inurbamento e sorgere di un nuovo ceto sociale (il popolo” o ceto borghese urbano) legato all’attività artigianale, commerciale e finanziaria che presto si scontra con i magnati delle famiglie patrizie per il controllo e l’esercizio del potere pubblico. Nel sud della Penisola (escluso dall’espansione economica e dove cresce il fenomeno dell’incastellamento) la popolazione continua Invece a vivere prevalentemente nelle campagne e a essere assoggettata sia al regime feudale sia a quello latifondista.
Panorama culturale
Nel corso del Duecento prosegue in tutta la Penisola, e in particolare nel centro-nord, la diffusione delle università e dei centri di cultura laici che si affiancano a quelli degli ordini religiosi. Accanto all’insegnamento delle tradizionali Arti liberali si sviluppa quello delle Arti meccaniche e così si viene rafforzando il legame tra istituzioni scolastiche e mestieri. Inoltre l’etica borghese propria della nuova classe che si è affermata nei Comuni Italiani e che ha acquistato coscienza della propria identità morale e culturale contribuisce a riscattare il lavoro e il guadagno dal giudizio negativo datone dal clero e dall’aristocrazia feudale. D’altro canto, per tutto Il XIII secolo, attraverso un’assidua attività di predicazione, gli ordini mendicanti (francescani, domenicani e carmelitani) si occupano di esaltare gli ideali di povertà religiosa e di censurare la ricchezza.
Molto complessa è la temperie religiosa del Duecento, a caratterizzare la quale concorrono diversi fermenti e ideali quali il pauperismo, il profetismo, le ansie penitenziari e i fervori mistici. Nasce il movimento dell’Alleluja, aumenta il numero delle confraternite laiche dedite alla penitenza, tra le quali assume particolare Importanza quella dei Disciplinati, guidata dal frate Raniero Fasati, che esorta gli uomini alla mortificazione del corpo, ai digiuni e alla flagellazione per espiare i propri peccati. Profonde ripercussioni vengono esercitate anche dalle profezie dei frate e teologo Gioacchino da Fiore (Cosenza 1130 – San Giovanni in Fiore 1202), che indicano nel 1260 la data di inizio della nuova età dello Spirito Santo, che avrebbe segnato la vittoria della carità e il rinnovamento spirituale della Chiesa sotto la guida di un grande ordine religioso.
Nel Duecento si assiste a un’ampia diffusione della cultura e dei libri, grazie anche alla nascita e allo sviluppo delle botteghe dei copisti che spesso sorgono vicino alle università e affiancano gli scriptoria monastici nell’attività di trascrizione e di produzione di nuovi volumi. Prende avvio una ricca produzione dl compilazioni enciclopediche, raccolte di aneddoti, rimaneggiamenti e traduzioni di opere classiche, latine medievali e francesi. Tra le versioni in volgare di romanzi francesi e delle opere storiche latine si ricordano gli anonimi Tristano ticcardiano, Tavola Rotonda, I Fatti di Cesare e Fiori e vita di filosafi ed altri savi e imperadori.
Quanto alla speculazione filosofica si assiste, soprattutto in ambito universitario, a una rinascita degli studi sulle opere di Aristotele. Nel secondo Duecento, tale ripresa suscita reazioni da parte delle gerarchie ecclesiastiche, contrarie all’interpretazione in chiave naturalistica del corpus aristotelico. La filosofia aristotelica é infatti impostata su basi razionalistiche e immanentistiche, nega l’immortalità dell’anima, ignora l’idea della creazione ed elabora un’etica terrena. La conciliazione tra il pensiero aristotelico e la dottrina cristiana viene attuata dal domenicano Tommaso d’Aquino (1225-1274), il quale promuove un’organica sistemazione del sapere, riconoscendo alla filosofia l’ambito dell’indagine razionale della realtà naturale e alla teologia quello della riflessione sulle verità rivelate. La sintesi filosofico-teologica (Summa theologiae) di Tommaso diviene in breve dottrina ufficiale della Chiesa.
Mentre la produzione filosofica e quella teologica si esprime per tutto il Duecento attraverso la lingua latina, quella letteraria in prosa e in poesia determina l’affermazione del volgare sul latino. La letteratura italiana nel corso del XIII secolo si diversifica; pur continuando a essere prevalente l’impronta religiosa ed edificante, si possono distinguere almeno quattro diversi filoni: quello della poesia religiosa, quello didattico-allegorico, quello della lirica d’arte e quello della prosa.